Come evitare tagli e irritazioni durante la rasatura

Rasatura senza problemi? Con le giuste accortezze si può!

La rasatura è croce e delizia di molti uomini. Tantissimi amano avere una pelle liscia e senza peli superstiti. D’altra parte, una rasatura effettuata senza seguire alcune semplici accortezze può comportare problemi. I più frequenti sono i tagli e le irritazioni. Come possiamo evitarli, ottenendo nello stesso tempo una rasatura impeccabile? Scopriamolo insieme. Se sei interessato a scoprire altri consigli e guide riguardanti il mondo della barba e della rasatura, potresti trovare interessante il sito https://barbatop.it/.

Preparazione della pelle

È proprio questo il passaggio che la maggior parte degli uomini sottovaluta. Una pelle morbida e idratata consentirà alla lama di passare più agevolmente sulla pelle, senza attriti e senza che i peli vengano strappati dal bulbo. Prendiamoci quindi tutto il tempo necessario.

Quello di cui abbiamo bisogno sono essenzialmente due cose: acqua calda e una crema oppure un olio pre-barba. Possiamo applicare anche un panno impregnato di acqua calda sul viso per un paio di minuti. Altrimenti sarà sufficiente iniziare a bagnare la pelle del viso con l’acqua calda. Subito dopo, senza asciugare la pelle del tutto, applichiamo con un massaggio circolare la crema o l’olio pre-barba.

Utilizza una lametta affilata

Un altro trucco per evitare tagli e irritazioni consiste nell’utilizzare una lametta affilata. Questa non solo non andrà a strappare i peli dal follicolo, ma eviterà di dover passare più e più volte sulla stessa zona.

Stendi la pelle

Un altro consiglio importante è quello di stendere la pelle mentre passiamo la lametta. Tra le zone più complicate in assoluto vi sono quella tra il naso e le labbra e quella del mento. Proviamo a gonfiare le guance per rendere la pelle ancora più distesa e il taglio della barba più comodo.

Utilizza una pressione adeguata

Se hai seguito attentamente i passaggi riportati prima e disponi di una lametta affilata, non dovresti avere bisogno di esercitare eccessiva pressione.

Non passare mai direttamente contropelo

È importante che il primo passaggio avvenga seguendo la direzione di crescita dei peli della barba. Se decidiamo di raderci contropelo, lo faremo solamente in un momento successivo, non prima di aver applicato nuovamente uno strato sufficiente di schiuma o crema da barba.

Lava la lametta continuamente

Durante la rasatura la lametta tende a sporcarsi con peli e schiuma da barba. Dovrai quindi risciacquarla continuamente per fare in modo che non perda la sua efficacia durante il taglio.

Dopo la rasatura

Una volta che hai terminato di raderti è arrivato il momento di prenderti cura della tua pelle. Lo puoi fare in diversi modi. Innanzitutto sciacqua abbondantemente il viso con dell’acqua fredda, in questo modo andrai a chiudere tutti i pori e bloccare l’insorgere delle irritazioni.

A questo punto un ulteriore passaggio potrebbe essere quello di passare sul viso ancora umido l’allume di rocca. Questo prodotto naturale ha infatti delle proprietà astringenti, cicatrizzanti e antibatteriche. Il suo passaggio causerà un leggero prurito o bruciore in presenza di irritazioni, ma impedirà l’insorgere di dermatiti o infezioni e andrà a cicatrizzare tutti i piccoli tagli.

 

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Macerato d’ortica per l’orto contro gli afidi

Chi possiede o lavora in un orto, spesso ha avuto a che fare con insetti sulle piante di varie tipologie: alcuni svolgono un’azione benefica, ma altri sono da evitare perché attaccano le piante, creando danni di diverso genere ed entità. I lombrichi, ad esempio, sono i benvenuti perché creano un ambiente fertilizzato, rendendo il terreno più soffice e più facile da coltivare.

Al contrario, sono da tenere alla larga insetti nocivi e parassiti, antagonisti dell’orto. Poiché si riproducono molto velocemente, il rischio è che, in breve tempo, vanifichino gli sforzi produttivi e l’impegno di mesi di lavoro.

Per questo motivo, si consiglia di intervenire fin da subito, in modo da scongiurare la parziale o completa distruzione del raccolto. Esistono varie soluzioni in commercio, pensate per debellare in maniera definitiva questi spiacevoli parassiti degli orti.

Prodotti in commercio: perché scegliere il macerato di ortica

Le possibilità di intervento, nel concreto, si dividono in due macro-categorie: prodotti chimici e prodotti naturali.

  • Ricorrere a pesticidi artificiali ha numerosi svantaggi, sia in termini ambientali, sia di salute. Questi prodotti contengono elevate quantità di nitrati, che penetrano nel terreno e contaminano i prodotti dell’orto. Costituiscono un rischio concreto per la salute dell’uomo, perché vengono assorbiti molto facilmente dall’organismo. Inoltre, hanno effetti negativi a lungo termine: rischiano di indebolire le piante, rendendole più deboli davanti ad attacchi di organismi esterni.
  • Per questo motivo, si consiglia di utilizzare prodotti 100% naturali, funzionali e poco invasivi. Realizzati per tenere lontani insetti e parassiti dagli orti, evitano di inquinare l’ecosistema con sostanze nocive. Tra le proposte più interessanti presenti sul mercato, spicca il macerato di ortica, facilmente reperibile e impiegato in maniera diffusa per la manutenzione dell’orto.

Il macerato di ortica è un preparato naturale, oltre che uno dei migliori alleati presenti in commercio per allontanare insetti e parassiti dalle piante. Oltre alla sua tipica azione repellente, è anche ricco di azoto, ferro e vitamine, sostanze fondamentali per assicurare una corretta crescita dei vegetali.

Soprattutto negli ultimi tempi, il macerato di ortica costituisce una soluzione utilizzatissima per gli orti da addetti ai lavori e non. Alleato dell’agricoltura biologica, interviene contro parassiti e insetti in maniera tutt’altro che nociva, salvaguardando l’ambiente e la sua biodiversità. In questo modo, vengono rispettati i cicli di vita delle piante, così da garantire prodotti di qualità, più sicuri e rispettosi degli ecosistemi.

Proprietà e virtù del macerato d’ortica

Il macerato viene realizzato utilizzando le varietà più diffuse di ortica, l’Urtica urens e l’Urtica dioica, appartenenti alla famiglia delle Urticacee. La sua caratteristica più nota riguarda la presenza di peli urticanti sulla superficie delle foglie, che rilasciano un liquido responsabile delle classiche punture sulla pelle dell’uomo.

Non tutti, però, sono al corrente delle sue molteplici funzioni:

  • antianemica;
  • diuretica;

In più, l’ortica contiene:

  • vitamina A, ideale per rafforzare il sistema immunitario;
  • vitamina C, per favorire la crescita dei tessuti;
  • vitamina K.

Numerosi sono, quindi, i benefici del macerato di ortica anche per l’orto, tra cui si evidenziano:

  • la funzione antiparassitaria: il prodotto realizzato costituisce un perfetto esempio di repellente naturale, non invasivo e facilmente utilizzabile. Grazie alla sua composizione biologica, contiene sostanze ad azione rapida e permanente, come l’acido formico e l’acido salicilico. Questi due acidi contenuti nell’ortica, esercitano un’azione tossica nei confronti di insetti e parassiti, senza alterare le proprietà delle piante e del terreno, rendendo inattaccabili le piante;
  • l’innalzamento delle difese immunitarie delle piante: il macerato d’ortica agisce direttamente sulle difese delle piante ed è un alleato ideale per scongiurare la comparsa di malattie fungine. L’effetto del macerato di ortica si rivela positivo sia a breve che a lungo termine;
  • il concime organico: si è evidenziato un miglioramento nella qualità dell’humus, arricchito di elementi organici. Questo perché le foglie di ortica contengono sostanze come azoto, magnesio e ferro, necessarie per rinforzare il terreno.

Alcuni lo utilizzano anche come misura preventiva, in modo da scongiurare la presenza di eventuali attacchi e allontanare subito l’arrivo di parassiti, grazie alla presenza di sostanze urticanti.
Si può impiegare su ogni genere di piante, senza particolari controindicazioni. Tenendo anche conto di quanto dura il macerato d’ortica, si può avviare l’operazione di raccolta e macero a distanza di pochi giorni in contenitori diversi, per essere poi coperti per un lungo periodo d’utilizzo.

Oltre all’orto, si tratta di un prodotto ideale anche per piante da appartamento: dotato di un odore forte e piuttosto pungente, è fondamentale che venga utilizzato in un ambiente esterno e sempre arieggiato.

Utilizzo del macerato d’ortica: mai più afidi

Il macerato d’ortica viene impiegato con frequenza per contrastare varie tipologie di insetti, tra cui acari, tignole, carpocapsa e afidi. Gli afidi sono noti anche con il nome di pidocchi delle piante. Si tratta di piccoli insetti, di tantissime specie diverse, ma ugualmente pericolosi per piante e coltivazioni di ogni genere.

Si annidano sulle foglie e, una volta individuata la loro presenza all’interno di un orto, serve intervenire: rilasciano una sostanza, la melata, responsabile della fumaggine, una malattia fungina. Oltre a questo, sono la causa principale della virosi, una malattia difficile da contrastare e dannosa, perché infetta la linfa delle piante e determina il rallentamento dell’attività vegetativa.

La modalità di impiego è molto semplice: basta diluire in acqua la dose indicata sulla confezione. Di solito, si consiglia di usare una pompa a spalla con il nebulizzatore, che agisce in maniera uniforme sulla chioma ma, soprattutto, sul terreno. Così facendo, si debellano gli afidi in maniera definitiva.

Il trattamento va effettuato la mattina presto o la sera, evitando le ore più calde e soleggiate. Se dovesse piovere, aspettare e spruzzare il prodotto a foglie asciutte. In generale, il trattamento va somministrato ogni 3 o 4 giorni, per almeno 2 settimane.

Spirulina: a cosa serve e quali sono i benefici

 

Un’alga dalla molteplici qualità benefiche. E’ diffusa prevalentemente nelle zone tropicali e subtropicali da dove l’alga spirulina, così chiamata per la sua forma, trae il suo PH idrico alcalino. 

 

L’uso della spirulina è molto antico, era presente nell’alimentazione delle popolazioni africane e nella dieta delle popolazioni precolombiane.

 

E’ tra gli integratori più popolari e comuni al mondo. E’ ricco di molti nutrienti e antiossidanti che forniscono benefici al corpo e al cervello. 

 

Cos’è l’alga spirulina?

 

La spirulina, tra gli integratori più popolari, è un’alga ricca di nutrienti e antiossidanti. 

 

E’ un’alga che cresce si in acqua dolce che in acqua salata. 

 

E’ un tipo di cianobatteri, ovvero una famiglia di microbi monocellulari definiti spesso alghe blu-verdi. 

 

Anche se appartiene alla categoria delle alghe azzurre, la spirulina è di colore verde dato dalla presenza di clorofilla. 

 

L’origine del nome “spiriluna” la si deve alla sua forma a spirale. 

 

Quali proprietà ha l’alga spirulina?

 

Questa piccola alga ha numerosi valori nutritivi. Un singolo cucchiaio con 7 grammi di polvere spirulina essiccata contiene:

 

proteine 4 grammi, la qualità delle proteine della spirulina sono eccellenti, contiene tutti gli amminoacidi essenziali di cui ha bisogno l’organismo. 

 

vitamine del gruppo B

 

  • Vitamina B1 (Tiamina): è raccomandata una dose giornaliera dell’11%;
  • Vitamina B2 (Riboflavina): 15% dose giornaliera raccomandata;
  • Vitamina B3 (Niacina): 4% dose giornaliera raccomandata. 

 

Contiene Rame: 21% dose giornaliera, Ferro: 11% della dose giornaliera raccomandata. Contiene anche quantità di manganese, magnesio e potassio e altre piccole quantità di nutrienti di cui ha bisogno il nostro corpo. 

 

Nei 7 grammi di spirulina sono presenti solo 20 calorie e 1,7 grammi  di carboidrati digeribili, circa un grammo di grassi, Omega 6 e Omega 3.  

 

Contiene, inoltre, una pseudo vitamina B12 ma alcuni studi affermano che questa non sia tanto efficace nell’uomo.

 

Quali sono i benefici della spirulina?

 

L’alga spirulina ha numerosi benefici portati da valori nutritivi ottimi per il nostro corpo, nello specifico: 

 

Benefici antiossidanti e antinfiammatori: può proteggere dai danni ossidativi. Grazie ad una sostanza antiossidante di cui dispone, la ficocianina, lotta contro i radicali liberi e inibisce la produzione di molecole infiammatorie.

 

Può abbassare i livelli di LDL (colesterolo) e Trigliceridi: Abbassando i livelli di colesterolo “cattivo” LDL e trigliceridi, aumenta il colesterolo “buono” HDL. 

 

Protegge il colesterolo LDL dall’ossidazione: le proprietà antiossidanti contenute nella spirulina sono efficaci a prevenire l’ossidazione lipidica. 

 

Può avere proprietà anticancro: alcune ricerche dimostrano che la spirulina può ridurre l’insorgenza del cancro.

 

La spirulina può ridurre la pressione sanguigna: una dose più alta, circa 4,5 grammi, di spirulina può essere efficace per abbassare i livelli di pressione sanguigna. 

 

Migliora i sintomi della rinite allergica: la spirulina è un trattamento alternativo per curare l’infiammazione delle vie nasali causata da allergie da polline, animali o polvere.

 

Può, inoltre, essere efficace contro l’anemia, può aiutare a tenere sotto controllo la glicemia,

può essere utile a migliorare la forza e la resistenza muscolare.

 

E’ utile anche per tenere sotto controllo il peso perché stimola il senso di sazietà. Utile per chi pratica sport, per persone debilitate o per  le donne in gravidanza, persone con fabbisogno nutrizionale alto. 

 

Favorisce la concentrazione mentale e oltre ad avere delle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, la spirulina ha anche delle proprietà tonificanti e protettive del sistema nervoso e immunitario. 

 

Infine, contrasta l’invecchiamento cellulare e la perdita di memoria. 

 

Come assumere la spirulina 

 

La spirulina si trova in diverse forme, in polvere, in compresse, in capsule e sotto forma di integratore alimentare. 

 

La spirulina in polvere può essere diluita in un bicchiere d’acqua, succo di frutta o altra bevanda. 

 

La dose giornaliera ideale da assumere è compresa tra 1 e 5 grammi. E’ bene assumerla, per iniziare, a piccole dosi per poi arrivare ad un massimo di 5 grammi, per dare tempo al nostro corpo di abituarsi alle proprietà di questa preziosa alga.

 

E’ inoltre, disponibile nei negozi specializzati di prodotti naturali, erboristerie e online. 

 

Effetti collaterali e controindicazioni della spirulina

 

La spirulina non ha particolari effetti collaterali o controindicazioni. Ma, è sconsigliato il consumo di spirulina a chi ha problemi di tiroide, a chi soffre di malattie autoimmuni, a chi assume farmaci anticoagulanti e a chi è sensibile alla fenilanina, un amminoacido contenuto nella spirulina.

 

Rimedi naturali per denti bianchi

Il desiderio di avere denti bianchi

Avere i denti più bianchi è un desiderio molto diffuso. Questo perché i denti bianchi sono spesso messi in relazione con un bel sorriso, e possono spingerci a sentirci maggiormente a nostro agio quando ci troviamo con gli altri.

Molti ricorrono allo sbiancamento professionale per eliminare le macchie presenti sullo smalto dei denti. Questo di solito consta in un trattamento a base di perossido di idrogeno, un gel sbiancante, la cui azione viene amplificata e resa ancora più profonda grazie alla combinazione con una lampada a laser. In realtà, questo è solo il metodo più utilizzato, ma non l’unico.

Anche questo trattamento, però, non risolve in maniera definitiva il problema dei denti gialli. L’effetto di solito ha la durata di un anno o poco più. Un trattamento del genere ha un costo che va dalle 150 € in su.

Questi ed altri motivi, spingono molte persone a fare da sé, optando per strisce sbiancanti, lampade a led sbiancanti o dentifrici abrasivi. Altri ancora decidono di ricorrere all’utilizzo di prodotti sbiancanti naturali, forse i più antichi e conosciuti.

Bisogna precisare che il fatto che si tratti di prodotti naturali non significa che il loro utilizzo sia esente da rischi. Usarli nel modo scorretto, per un periodo di tempo prolungato, o magari troppo frequentemente può causare problemi di ipersensibilità, dovuti alla corrosione dello smalto o delle gengive.

I 5 sbiancanti naturali più conosciuti

Le proprietà sbiancanti del bicarbonato di sodio sono riconosciute in lungo ed in largo. Non è un caso che questo prodotto venga utilizzato come componente in diversi dentifrici. La sua azione corrosiva elimina le macchie superficiali ma, come è facile intuire, è consigliato utilizzarlo in piccole dosi e fare seguire il suo utilizzo da un abbondante risciacquo con acqua.

Le foglie di salvia, oltre a rendere più belli e brillanti i nostri denti, contribuiscono a rinfrescare l’alito, in parte grazie alle loro discrete proprietà antibatteriche. Ridotte in poltiglia ed associate al bicarbonato vengono spesso utilizzate per realizzare dentifrici naturali.

Anche la buccia di limone o di arancia risulta efficace per eliminare efficacemente le macchie più superficiali dai denti. Il loro utilizzo viene però sconsigliato a coloro che soffrono di ipersensibilità.

L’acido malico, presente in diversi frutti quali le mele o le fragole, è noto anche per le sue sostanze sbiancanti. Il modo più rapido per sfruttarne l’efficacia è quello di sfregare questi frutti sui propri denti.

In alternativa si può generare una poltiglia da applicare sui denti. Questa deve rimanere per non più di 5 minuti. Il trattamento non va eseguito per più di due volte alla settimana.

La cenere del legno di noce contiene idrossido di potassio. Le sue proprietà di migliorare il candore dei denti sono note sin dai tempi antichi.

Particolarmente importante per mantenere in salute non solo i nostri denti, ma l’intero cavo orale, è l’igiene di quest’ultimo. Su www.spazzolinoelettrico.info puoi trovare tutto ciò che ti serve per ottenere una profonda e dettagliata pulizia orale, direttamente a casa tua.

 

Storia dell’Agopuntura: curiosità e applicazioni

La storia dell’agopuntura è una delle tecniche della medicina alternativa cinese più conosciuta. Divide molto le persone tra scettici e non scettici, tradizionalisti e orientalisti, appassionati del mondo cinese e asiatico che difendono ad oltranze i loro usi e costumi, occidentalisti scientifici.

L’agopuntura si basa sull’uso di aghi specifici che stimolano punti del corpo a correggere squilibri dell’energia interna del corpo umano attraverso i meridiani. E’ una filosofia che non appartiene solo alla Cina, si ritrova anche in Giappone, Corea, Thailandia, India e altri paesi orientali. La correzione attraverso gli aghi specifici interviene sui meridiani, nella medicina tradizionale cinese sono i canali dove scorre l’energia e corrispondono a vasi o arterie.

La Storia dell’Agopuntura è millenaria, libri antichi ne riportano la nascita prima del 305 e 204 a.C., periodo in cui furono scritti dei primi libri o pagine dedicate che dimostrano la sua esistenza storica di lungo periodo.

L’agopuntura affianca altre discipline mediche tradizionali cinesi e si unisce alla dieta nutrizionale, la fitoterapia, la massoterapia e le ginnastiche psicofisiche per curare la salute tenendo in equilibrio corpo e mente.

L’agopuntura viene praticata in Cina e molti paesi del mondo, in Italia e altre nazioni europee richiedono l’abilitazione alla professione medica e veterinaria, il superamento di esami di stato che certificano le competenze e danno la possibilità di esercitarla.

Agopuntura, quali malattie riesce a curare?

L’agopuntura è una scienza medica tradizionale complessa, molte delle sue tecniche e dei suoi risultati devono essere approfonditi e studiati. Il Dottor Stefano Vignali, specializzato nel Metodo Unica, affronta diverse patologie e insegna uno stile di vita nuovo che mette al centro il tempo delle persone, la nutrizione corretta e un nuovo rapporto con il mondo.

Le situazioni cliniche affrontabili con l’agopuntura sono: la cefalea muscolo tensiva, l’emicrania, il tunnel carpale, l’infertilità, la sindrome premestruale, la lombalgia e la sciatalgia, la spalla dolorosa, l’insonnia, l’ansia, vertigini e acufeni, intestino irritabile, fibromialgia, dipendenza da fumo, fame nervosa.

Agopunture, malattie e contesto

Tutte queste patologie verranno analizzate nella loro complessità, partendo da analisi del sangue e cliniche, analisi energetiche e contestuali.

Come spiega il dottor Vignali, l’agopuntura è una tecnica medica che richiede anche sensibilità. Gli aghi agiscono sulla consistenza dei tessuti provocando contrazione o rilassamento muscolare. Saranno evidenti anche cambiamenti mentali e psicologici, l’azione diretta della liberazione di endorfine o dinorfine, di dolori o fastidi causati da malattie e situazioni cliniche varie.

Nella lista di malattie elencate prima, troviamo patologie complesse e sistemiche, ma anche condizioni causate da stati mentali agitati o depressi, stress energetici accumulati. Ad esempio l’ansia, la dipendenza da fumo, l’emicrania che può insorgere per sovraccarichi mentali e stress, la sindrome pre-mestruale e l’intestino irritabile. L’importanza del tempo è al centro di una concezione di vita che da importanza ad ogni aspetto del vivere quotidiano, un giorno nel Metodo Unica del Dottor Vignali si compone di tre momenti regolari: 8 ore di riposo, 8 ore di lavoro e 8 ore per Sé (famiglia, sport, divertimento, cibo preferito e salutare, amici, svago, hobby).

Se l’agopuntura agisce sulle energie, spesso è proprio dalle attività giornaliere e dall’alimentazione curata o non curata che le forze possono essere allenate o indebolite, rinvigorite o abusate, usate bene con equilibrio oppure stravolte da una corsa continua voluta dai ritmi moderni della società.

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Come funziona il sistema sanitario americano?

Il Sistema Sanitario Americano, forse il migliore al mondo per competenza ma anche uno dei più costosi, è molto spesso soggetto a critiche di vario genere, che riguardano la politica adoperata o le pratiche per sottoscrivere l’assicurazione sanitaria. Certamente, è doveroso chiarire i dubbi in merito a questo argomento.

Prima di spiegare come funziona il sistema sanitario americano, serve precisare che, per aver accesso a questo paese, è necessario l’ESTA (Electronic System for Travel Authorization), un’autorizzazione virtuale che permetterà di entrare negli USA.

Come funziona il sistema sanitario americano?

Il sistema sanitario americano, come detto, è considerato uno dei migliori al mondo per efficienza ma, purtroppo, non risulta essere molto economico.
I cittadini americani, molto spesso, si affidano ad assicurazioni sanitarie affinché siano protetti per eventuali incidenti, malattie, etc.

Quest’assicurazione viene sottoscritta, il più delle volte, tramite dei contratti privati con apposite agenzie, che devono garantire la copertura sanitaria al cittadino in questione e alla sua famiglia, se prescritta per tutta la famiglia.

L’assicurazione sanitaria è, quindi, fondamentale per ogni cittadino americano, poiché gli garantisce le cure necessarie in caso di urgenza o di pericolo. Purtroppo, però, non tutti i civili possono sottoscrivere questo contratto a causa dei costi, rischiando di essere “abbandonati” in caso d’emergenza.

Per ovviare a tale limitazione, l’ex Presidente Barack Obama, il primo uomo d’origine afroamericana a ricoprire questa carica, ha deciso di presentare una riforma sanitaria chiamata Obama Care.

Cos’è l’Obama Care e in cosa consiste

L’ex presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, il 23 marzo 2010, approvò l’Obama Care, la più grande riforma sanitaria nella storia dell’America.

La richiesta di modificare le leggi sanitarie era in continuo aumento, sempre più cittadini rischiavano la bancarotta a causa delle spese mediche o, comunque, di non potersi permettere la polizza assicurativa a causa dei costi elevati; tra questi, vi erano anche i giovani tra i 18 e i 24 anni, i quali, trovandosi all’inizio della loro carriera, non avevano uno stipendio sufficientemente adatto a ricoprire queste spese.

L’introduzione di questa riforma ha sconvolto il popolo americano, permettendo ad oltre 30 milioni di cittadini di avere accesso all’assicurazione sanitaria, diminuendo i costi assicurativi, escludendo la possibilità che le agenzie negassero l’assicurazione a chi in passato aveva sofferto di patologie gravi ed includendo nell’assicurazione familiare i giovani tra i 18 e i 26 anni, affinché potessero trovare un lavoro dignitoso prima di dover pagare queste spese.

Medicare e Medicaid, due importanti riforme americane

Per agevolare determinati cittadini americani nell’ottenimento di una copertura medica dignitosa, sono state inserite due riforme, Medicare e Medicaid.
La prima si preoccupa di andare incontro ai cittadini americani che hanno oltrepassato la soglia dei 65 anni o che soffrono di handicap e disabilità (qualsiasi sia la fascia d’età), garantendo loro un’assicurazione sanitaria gratuita.

La seconda, invece, interessa in particolar modo le classi giovani, nonché i cittadini con scarse disponibilità economiche. Dato che il sistema americano prevede ingenti costi, questa legge ha pensato bene di agevolare gli abitanti con problemi economici, finanziando fino al 60% delle spese mediche di questi, affinché riuscissero, in qualche modo, a pagare il più possibile queste enormi spese.

Donald Trump e l’abolizione dell’Obama Care

L’introduzione dell’Obama Care prevedeva l’accesso gratuito a circa 45 milioni di cittadini all’assicurazione sanitaria, ma le domande presentate sono state quasi 80 milioni, gravando enormemente sullo stato, il quale ha dovuto pagare ingenti somme di denaro extra.

Le agenzie assicurative, contrariamente a quanto previsto dal programma, si sono trovate a dover stipulare numerose assicurazioni per anziani, persone con disabilità e ragazzi con problemi economici, provocando il notevole aumento dei costi di ogni agenzia assicurativa e, per risolvere questo imprevisto, le agenzie hanno alzato enormemente il costo delle polizze assicurative, a volte anche oltre il 50% del prezzo iniziale.

Queste sono le motivazioni che spingono Donal Trump, attuale presidente degli Stati Uniti d’America, ad avanzare verso l’annullamento della riforma Obama Care, poiché incide troppo in termini di spese sullo stato e grava ancor di più sulle agenzie assicurative.

È una delle discussioni più accese attualmente in America, ogni giorno aumentano gli attivisti che manifestano affinché venga mantenuta l’Obama Care e sono molti altri che ne desiderano l’abolizione e la ripresa del precedente sistema sanitario americano.

Il funzionamento del sistema sanitario americano è, dunque, in continuo cambiamento.
Chi decide di trasferirsi in America, dovrebbe trovare un lavoro che gli garantisca la polizza assicurativa tramite il proprio datore di lavoro.

Scarpe-antinfortunistiche

Guida alla scelta delle migliori scarpe antinfortunistiche

Le scarpe antinfortunistiche sono calzature da lavoro che hanno la peculiarità di proteggere da temperature, urti e scariche elettriche, rivestendo il piede per evitare il rischio di infortuni: una scarpa ben fatta, perciò, può salvaguardare la salute del lavoratore, permettendogli di lavorare in tutta sicurezza.

I settori in cui le scarpe antinfortunistiche devono essere indossate obbligatoriamente sono in costante crescita e sono stabiliti dalla legge n. 626 del 1994, cioè la legge introdotta per recepire tutte le normative europee per ciò che riguarda la salute e la sicurezza dei lavoratori e che rese molto più moderna la sicurezza sul lavoro in Italia. Secondo l’articolo 74 del DL n. 81 del 2008, l’obbligo di calzare le scarpe antinfortunistiche (o DPI, ossia dispositivo di protezione individuale) si ha quando è prevedibile un pericolo di lesione ai piedi; i piedi, infatti, sono particolarmente vulnerabili poiché esposti a rischi di qualsiasi genere, come i rischi meccanici, fisici o addirittura rischi chimici, ad esempio il contatto con prodotti irritanti.

Per ottimizzare l’uso delle scarpe antinfortunistiche bisogna assicurarsi che le calzature corrispondono alla categoria di rischio richiesta, in base al tipo e al luogo di lavoro; a tale scopo segnaliamo le caratteristiche specifiche a cui si riferiscono le norme europee:

  • A: calzatura antistatica;
  • CI: isolamento dal freddo del fondo della calzatura;
  • CR: tomaia resistente al taglio;
  • E: assorbimento di energia nella zona del tallone;
  • FO: suola resistente agli idrocarburi;
  • HI: isolamento dal calore del fondo della calzatura;
  • HRO: battistrada resistente al calore per contatto;
  • M: calzatura di protezione metatarsale;
  • P: lamina antiperforazione;
  • SRC: calzatura resistente allo scivolamento;
  • WR: calzatura water resistant;
  • WRU: tomaia materiale impermeabile.

Per scegliere una buona scarpa antinfortunistica, dopo aver guardato che si rispettino tutte le norme in materia, il secondo passo da compiere è chiedersi quali siano le proprie esigenze: se, ad esempio, si lavora a stretto contatto con fonti energetiche, in particolare elettriche, bisognerà munirsi di una scarpa che dissipi facilmente l’energia, mentre chi lavora a stretto contatto con l’acqua necessiterà di una calzatura idrorepellente o, ancora, bisogna stare attenti alle esigenze del piede stesso dato che se si è soggetti a urti o abrasioni alla caviglia, è bene utilizzare una scarpa alta, mentre se si lavora su un materiale liscio e privo di rischi per il piede, allora si potrà optare per una scarpa più leggera e senza fascia che copra la caviglia e renda più goffi i movimenti. Tutte queste tipologie possono essere scoperte e acquistate sul sito esconti.

In ogni caso, ci sono delle caratteristiche che accomunano le diverse esigenze, ad esempio chiunque deve optare per una scarpa dalla forma ergonomica. Il puntale protegge la punta del piede da schiacciamenti o gravi urti ma, se non si sceglie il materiale adatto, ad esempio l’alluminio che rende la scarpa più leggera, si può incappare in un eccessivo affaticamento del piede. Parecchi anni fa, infatti, si usava il puntale in acciaio che attraeva sia il caldo del sole cocente che il freddo delle giornate più uggiose, mentre le nuove tecnologie hanno ideato materiali sempre più leggeri ma allo stesso tempo resistenti.

La forma della scarpa antinfortunistica, infatti, è un elemento caratterizzante se si vuole acquistare una buona calzatura che protegga bene il piede, in quanto è d’obbligo scegliere una scarpa elastica che, in caso di schiacciamento, permetta al puntale di tornare alla propria forma originale in modo da facilitare la fuoriuscita del piede senza comportare difficoltà.

Un elemento da non sottovalutare è anche la vestibilità, poiché scegliere una scarpa molto leggera e comoda è l’ideale per chi svolge lavori pesanti e non vuole affaticare troppo l’intera muscolatura della gamba, evitando di sovraccaricare i muscoli di stress che si riverserà sulle articolazioni.
Sebbene ogni DPI immesso nel mercato è stato oggetto di una relazione tecnica ed è accompagnato da una dichiarazione di conformità e da un foglio illustrativo, per scegliere una buona scarpa bisogna anche andare alla ricerca (minuziosa!) di un marchio che usi prodotti di prima qualità, resistenti a varie categorie di problemi di seguito elencati:

  • penetrazione dell’acqua e di vapore acqueo: è importante che sia i materiali che le cuciture della calzatura proteggano il piede dagli effetti della pioggia, della neve o dell’umidità del suolo;
  • scariche elettriche: il materiale deve essere progettato per dissipare le cariche elettrostatiche onde evitare scariche che possano innescare incendi e minare alla salute del lavoratore;
  • misture chimiche: è essenziale che le scarpe antinfortunistiche siano realizzate con materiali che rispondano bene all’esposizione di spruzzi o piccoli schizzi di materiali chimici che potrebbero erodere la scarpa;
  • fonti di calore: raccomandiamo particolare attenzione che i materiali del vostro futuro acquisto proteggano il piede dal calore convettivo, calore radiante o spruzzi di metallo fuso.

Il design della scarpa, oltre ad essere ergonomico e detenere una buona qualità dei tessuti, deve avere anche un design accattivante perché, diciamolo, anche l’occhio vuole la sua parte. Ultimamente, infatti, il mercato delle scarpe antinfortunistiche si sta colorando di nuove sfumature che rendono la calzatura meno d’impatto per l’occhio e sempre più simile ad una scarpa da ginnastica, favorendone il senso estetico.

Se sei una donna e stai cercando delle scarpe antinfortunistiche comode ma allo stesso tempo molto leggere e con un design adatto per una lady, sappi che molti produttori di calzature antinfortunistiche stanno sperimentando nuovi modelli adatti al piede femminile! Molte aziende, infatti, hanno assunto nel proprio organico degli stilisti appositamente contattati per creare una scarpa che possa coniugare l’esigenza di un’estetica più ricercata alla comodità ma, soprattutto, alla sicurezza della scarpa antinfortunistica.

Una componente molto importante delle scarpe antinfortunistiche, nascosta all’occhio ma molto importante, è la soletta interna: la suola ideale è quella più spessa delle suole normali per attutire meglio gli urti ma anche più morbida in modo da assicurare comodità al lavoratore per tutto il tempo in cui le indosserà. La suola interna deve essere altamente traspirante poiché, ricordiamolo, i piedi sono una delle zone del corpo con la più alta densità di batteri e lavorare tutto il giorno con delle scarpe così ben rivestite può causare un’eccessiva sudorazione che, se non adeguatamente controllata, può portare a problemi con la scarpa prescelta.

Il tacco e la suola della scarpa, invece, devono necessariamente essere antiscivolo e antiperforazione. È importante scegliere bene il materiale della suola: in base ad esso dipenderà la pesantezza della scarpa ma anche il grado di isolamento della pianta del piede da eventuali fonti di calore o perforazione; ad esempio, la gomma è molto dura e può essere anche scomoda ma è ideale per resistere al calore o a tipi di pavimentazioni disomogenee che possono portare facilmente alla perforazione plantare.

Ogni dispositivo protettivo individuale deve prendere atto della regolamentazione europea in vigore in base alle esigenze essenziali imposte dalle direttive e precisate dalle norme comunitarie; in particolare la norma EN 13287: 2004 ha messo nero su bianco i requisiti e i metodi di prova per l’indicazione della resistenza allo scivolamento su diversi campioni di superfici scivolose, testate sia sul tacco che sulla suola: con il simbolo SRA si indicano prodotti in condizioni di prova con un fondo di ceramica e una soluzione detergente come lubrificante, mentre il simbolo SRB indica un fondo di acciaio e un lubrificante a base di glicerina.

All’interno di questa legge si trovano anche le modalità testate in comune a tutti e due i simboli, cioè tacco e piano, ma i requisiti minimi dei due simboli divergono poiché nel primo simbolo il requisito minimo per il tacco è 0,28 e per il piano è 0,32, mentre per il secondo simbolo il requisito minimo del piano si aggira intorno allo 0,13 per il tacco e 0,18 per il piano.

Quali i sono i fattori di rischio per gli emangiomi infantili

Gli emangiomi infantili colpiscono circa 4 bambini su 100 e sono classificati come dei tumori benigni che interessano i tessuti molli. Non sono niente di preoccupante, anche se è bene che i genitori tengano sotto controllo e monitorato questo genere di tumore benigno.

Quali sono i fattori di rischio per gli emangiomi infantili?

L’emangioma infantile può interessare qualsiasi parte del corpo, specialmente nella regione della testa, del collo, ma anche braccia e tronco. Compaiono fin da subito dopo la nascita e non oltre i tre mesi di vita del bambino. Si presentano alla vista come delle macchie color fragola e tendono progressivamente a crescere fino a subire un arresto. Nella maggior parte dei casi, in un bambino ormai in età scolare, verso i sette anni, l’emangioma infantile dovrebbe essere completamente regredito. Tuttavia, viene da chiedersi quali possano essere i fattori di rischio per quanto riguarda questo tipo di tumore benigno.

Nonostante i sempre più approfonditi studi sull’argomento, le cause che portano alla comparsa dell’emangioma infantile non sono ancora del tutto chiare. I diversi fattori di rischio che si possono elencare sono il sesso femminile, che presenta un’incidenza maggiore rispetto a quello maschile; l’età avanzata della mamma; l’essere di razza caucasica pura; il basso peso alla nascita e quindi prematurità; l’aver avuto una gestazione multipla e infine aver sofferto di preeclampsia durante la gestazione.

Oltre a ciò, gli studi effettuati fino ad ora hanno dimostrato che esiste una stretta correlazione tra il fenomeno dell’ipossia e quello della comparsa delle cellule tumorali all’interno dei vasi sanguigni. In altrettante parole, la causa potrebbe essere un’ossigenazione poco più che sufficiente durante il periodo della gravidanza. Tuttavia, si ritiene valida anche l’opzione di uno sviluppo dei vasi sanguigni incompleto e pertanto, la parte colpita mostrerebbe il segno evidente dell’emangioma infantile.

Come si tratta l’emangioma infantile?

Nella maggior parte dei casi, questo tumore benigno regredisce spontaneamente senza creare complicanze importanti, dopo aver raggiunto la sua piena fase in concomitanza dei sei mesi di vita del bambino.

Se invece, nel caso in cui l’emangioma infantile risulti doloroso per il bambino e sanguini spesso, allora si può pensare di intervenire somministrando una terapia farmacologica.

Nei casi più rari, in cui questo tumore benigno sia posizione in una parte del corpo più critica che limita il bambino, ad esempio sulle labbra o in prossimità degli occhi, causando problemi secondari, allora il medico potrebbe optare per un intervento chirurgico o in alternativa una terapia innovativa a base di propranololo. È bene ricordare che la percentuale di queste complicanze è molto bassa poiché l’emangioma infantile solitamente compare su un tessuto molle il quale non provoca disturbo al bambino.

A chi spetta fare la diagnosi di emangioma infantile?

Diagnosticare questo tipo di tumore benigno è in realtà un passaggio molto semplice perché è facilmente riconoscibile, non solo dal colore e dalla forma, ma anche dal fatto che appare subito dopo la nascita nel neonato. Oltre a ciò, i genitori si possono accorgere che questo emangioma infantile continua a crescere.

Una visita dal pediatra e in seguito da uno specialista può confermare tale diagnosi. Si rende necessaria la visita da un professionista al fine di poter evitare qualsiasi complicanza in futuro, ma anche per valutare se si rende necessario un trattamento o se si dovrebbero svolgere ancora eventuali accertamenti. Tuttavia si esortano sempre i genitori a non preoccuparsi perché è un disturbo che non reca, nella grande maggioranza dei casi, problemi gravi.

Giocare a tennis, uno sport da giocare o da seguire

Dopo aver parlato del calcio e del basket vediamo un altro sport molto seguito e apprezzato in tutto il mondo. Parliamo del tennis dove non società, proprietari di impianti sportivi, città, quartieri, aziende di produzione dedicata alla sport non risparmiano energie e risorse per creare eventi e tornei.

A livello mondiale, europeo e nazionale ci sono tantissime competizioni importanti, vengono seguite anche dagli scommettitori (su siti italiani o esteri come 20bet). In questo articolo però non ci occupiamo della parte agonistica ma dello sport in quanto sport e vediamo tutti i benefici e le caratteristiche del tennis.

Il tennis, sport sicuro anche per il Covid grazie alle distanze

Il tennis, sport sicuro anche a tempi di Covid, si può giocare mantenendo le distanze. Le gaffe con le racchette sono uno scaccia noia incredibile che divertono tutti, grandi e piccini, come avviene in tutti i giochi con le racchette le risate non mancano mai.

 

Imparare a giocare a tennis richiede pazienza, agilità, attenzione e ascolto degli istruttori perché è uno sport individuale ma è anche di coppia, soprattutto in allenamento. Con il tennis si teme il famoso braccio da tennista, in realtà questo gioco allena tutto il corpo e stimola l’attenzione.

 

I piccoli giochi di palleggio al muro o a terra richiedono tantissima concentrazione un po’ come avviene quando si palleggia nel calcio o si tira al canestro, insomma un altro sport scaccia stress e pensieri.

 

Volete andare al mare magri, snelli, agili e con addominali da paura? Il tennis aiuta a mantenere la linea e rafforza molte parti del corpo, un’attività atletica completa dove si allena lo scatto e il movimento laterale veloce, quindi grande consapevolezza dello spazio.

 

L’attrezzatura e il vestiario, il tennis non è uno sport dove si improvvisa

Il tennis viene considerato uno sport per ricchi, richiede attrezzatura, scarpe e abbigliamento tecnico, sicuramente le grandi società di moda sportiva investono molto nei tessuti ma anche nei colori, nelle rifiniture e nelle racchette.

Sempre meglio chiedere all’istruttore con quale racchetta iniziare.

 

Attenzione se soffrite di mal di schiena o se avete muscoli che si infiammano, una partita potrebbe essere letale, quindi come per tutti gli sport sempre meglio chiedere consiglio a medico di base o medico sportivo, quest’ultimo vi aiuterà a trovare lo sport adatto a voi.

 

Se non potete praticare tennis, cercate la sua versione più piccola ma attenzione a non confondere mai il tennis con il ping pong altro sport che richiede molta agilità e abilità, i bambibi si divertono sempre un sacco.

 

Giocare a tennis, qualche consiglio dall’allenamento all’alimentazione

Per chi può praticare questo sport ecco alcuno consigli scritti da esperti. Si può giocare a tennis anche fino tre volte a settimana ma attenzione è importante arrivare a tante ore settimanali gradualmente.

Mai iniziare a giocare senza fare riscaldamento e mai concludere lezioni e partite senza esercizi di rilassamento muscolare.

Se non giocate di frequente oppure se tra una lezione e l’altra passa molto tempo sicuramente l’istruttore vi darà degli esercizi.

Per mantersi in allenamento è importante imparare a correre anche due volte a settimana se non tutti i giorni con i tempi e le caratteristiche di ognuno, imparare esercizi per addominal e braccia. Inoltre, ogni tanto allenatevi nei pallegghi con la racchetta.

Ricordate di seguire un’alimentazione sana tutti i giorni, ne trarrete davvero beneficio in questo sport, bevete spesso e soprattutto consumate tanta frutta fresca soprattutto dopo l’allenamento. Non rinunciate agli alimenti importanti come carne e anche i carboidrati, non dovete dire no ai dolci ma limitarne e mangiare quelli da cui potete trarre beneficio.

Superlega: Infantino contro ma no sanzioni

In un’intervista all’Equipe il presidente della Fifa boccia a nuovi progetti il piano della Superlega. Nell’intervista va contro Ceferin dicendo: “Un leader deve domandarsi perché siamo arrivati a questo”. Notizie ed approfondimenti sul sito betmaster.

Punizioni e Infantino

Contro il piano delle 12 va Infantino ma rimane restio ad effettuare eventuali sanzioni ai club. Nella dichiarazione rilasciata all’Equipe ha detto: “si fa presto a decidere che bisogna punire”. Con questa affermazione si ritrova in contrapposizione con Alexander Ceferin presidente dell’Uefa. Quest’ultimo in alcune affermazioni ha dichiarato di voler applicare delle penali alle squadre coinvolte.

Ad un certo punto dell’intervista fa una riflessione “Si dice che bisogna punire ma bisogna anche pensare alle conseguenze del gesto. Se si punisce un club ne fanno le spese anche i giocatori, allenatori e tifosi che non ne hanno colpa”.

Non nomina Ceferin ma l’allusione è palese “Un leader si deve porre una domanda importante ed è perché siamo arrivati a questo”. Da ora dobbiamo pensare a costruire un futuro insieme e quindi dobbiamo ascoltare tutti. Oltre a giocatori e allenatori sono da tenere in considerazione i tifosi che rappresentano il vero cuore del calcio”.

Infantino tiene aperta la porta alle nuove idee e nuovi progetti della Fifa. Non bisogna però dimenticarsi di portare rispetto alle istituzioni e mantenendo alti i valori. Non ci dimentichiamo che sono stati proprio questi valori a rendere questo sport il più popolare nel mondo.

Aleksander Ceferin

Ceferin torna a parlare della Superlega e per i 6 club inglesi utilizza toni pacati: “dobbiamo trattarli con più indulgenza perché sono stati i primi a modificare le loro idee”. Parole diverse ma soprattutto toni diversi sono stati utilizzati nei confronti del Barcellona, Juventus e Real Madrid. “terrapiattisti che ancora pensano che esista la Super League”.

Questi club potrebbero correre il rischio di essere espulsi dalle gare europee della prossima stagione. Sempre dalla sua bocca un’altra dichiarazione “Questi 12 club si dividono in tre gruppi, i sei inglesi che per primi sono usciti, e subito Atletico Madrid, Milan e Inter. Poi abbiamo un ultimo gruppo che ancora crede che la terra sia piatta e che la Super League esista”.

Tra questi gruppi c’è un’enorme differenza ma tutti verranno ritenuti responsabili. Vedremo poi in quale maniera ma non sto parlando di provvedimenti disciplinari. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità e saranno sicuramente diverse tra loro.

Per quanto riguarda la decisione del comitato esecutivo ancora è troppo presto per definire la cosa.

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