Che cosa è la Tanatoprassi, in cosa consiste
La Tanatoprassi è una prassi “post mortem”. Il suo termine è una parola composta che deriva rispettivamente dalle due parole greche thanatos morte e praxis pratica. La tanatoprassi è, quindi, una pratica della morte ed è a tutti gli effetti un trattamento estetico di una salma prima della celebrazione del suo funerale e della sua conseguente cremazione o del suo seppellimento.
Esiste proprio una figura specializzata e professionale per compiere questo lavoro che è, appunto, il tanatoprattore. Questo solitamente lavora per le case funerarie e, di fatto, proprio le pompe funebri offrono questo servizio come servizio secondario. Non sarà difficile, nel caso, trovare onoranze funebri Roma che offrano questo trattamento per la salma di un proprio affetto. Tante volte, per risparmiare, sono gli stessi affetti del defunto a compiere tale lavoro cercando di migliorare le condizioni estetiche ed igieniche della salma ma, inutile precisare, che il risultato non è lo stesso, soprattutto per determinate azioni mirate che soltanto il tanatoprattore può compiere.
Le origini della pratica e come viene compiuta
La prassi della Tanatoprassi è usata molto negli Stati Uniti d’America ma, negli ultimi tempi, è arrivata anche in diversi Paesi di Europa. In Italia la polizia mortuaria ha indicato diverse regolamentazioni per l’imbalsamazione di una salma ma, per quanto concerne la tanatoprassi, non si è espressa in particolari termini e non ha imposto particolari restrizioni e né esiste una legislatura in materia. Sono tuttavia plurime le realtà italiane che rappresentano questa attività come, ad esempio, l’I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi) e l’A.I.T. (Associazione Italiana di Tanatoprassi).
Tale prassi è frequentemente usata in medicina legale perché, appunto, permette di studiare e osservare i cambiamenti di un corpo senza vita a vista d’occhio. Un corpo, già dopo poche ore dalla registrazione del decesso, inizia a perdere liquidi e ad emettere gas dall’odore spiacevole. Fino al momento in cui la salma viene celebrata in messa, quindi, possono passare diversi giorni e, di conseguenza, le condizioni igieniche possono aggravarsi. La tanatoprassi, di fatto, serve a tutelare e potenziare le condizioni igieniche della salma, evitando infezioni anche per coloro che vi sono vicini. Quando, invece, la priorità è quella di migliorare il livello estetico della salma, la tanatoprassi diventa tanatoestetica.
Nelle attività di tanatoprassi, solitamente, il professionista inetta nel sistema arterioso un fluido conservante e diverse cure estetiche che permettono di mantenere integro il corpo senza vita del defunto, data una prevista ritardazione di qualche settimana del processo di decomposizione. In questo modo la veglia funebre è meno traumatica e, soprattutto, più sicura per la salute dei partecipanti. Inoltre, grazie ai liquidi iniettati nella tanatoprassi, la salma anziché decomporsi in periodi lunghi che vanno dai 40 fino agli 80 anni, s’incenerisce in soli 10 anni. In questo modo, è anche velocizzato il tempo in bara e più velocemente i cari del defunto possono posare la sua cenere nelle urne. Un sistema che sicuramente potenzia la logistica dei cimiteri, liberando i posti più velocemente e che migliora anche lo stato igienico del luogo.