Le differenze tra i dolori alle articolazioni e dolori muscolari

I dolori muscolari e articolari sono manifestazioni di infiammazione che possono interessare qualsiasi parte del corpo e sono sintomatologie correlate a diverse condizioni patologiche o fisiologiche.

Tra le cause più comuni delle infiammazioni muscolari e articolari troviamo i traumi, le fratture, l’artrite, la gastrite, la borsite, le infezioni, l’influenza, la tendinite, le malattie neurologiche e così via.

Essendo delle infiammazioni che colpiscono localmente, assieme al dolore si associano molto spesso sintomi come bruciore, arrossamento e gonfiore

In presenza di questi segnali è possibile rivolgersi al proprio medico, quest’ultimo saprà fornire delle indicazioni in merito alle soluzioni più indicate per risolvere la problematica, come l’utilizzo di prodotti medicali; a tal proposito, i dolori alle articolazioni e Dicloreum Unidie vengono spesso associati, in quanto questo cerotto è particolarmente utilizzato per risolvere dolori articolari e mal di schiena.

Conoscere i dolori muscolari e articolari: caratteristiche e differenze

I dolori muscolari o alle articolazioni sono disturbi piuttosto comuni nella società moderna, alcuni dei quali possono essere provati sin dalla tenera età, tuttavia, si diffondono e cambiano di intensità con l’avanzare dell’età.

Proprio perché nella maggior parte dei casi insorgono con lievi entità e durano per un periodo di tempo breve, questi dolori tendono ad essere sottovalutati e molto spesso non sono curati nel modo corretto.

I dolori alle articolazioni o muscolari possono insorgere a causa di un trauma, di un danno localizzato su un muscolo o ad un’articolazione, ma anche a causa della posizione scorretta che viene mantenuta per un lungo periodo. E ancora, anche i movimenti bruschi possono provocare un dolore muscolare, patologie infiammatorie croniche e addirittura tumori.

In base alle cause che si trovano alla base del dolore, cambiano l’intensità e la durata. Molto spesso questi dolori insorgono nelle stagioni fredde o sono più frequenti nelle popolazioni che abitano in località molto umide, questo a causa dei reumatismi provocati dalle condizioni climatiche che, solo in Italia, coinvolgono ogni anno 5 milioni e mezzo di persone.

Come distinguere i dolori muscolari da quelli articolari

I dolori muscolari tendono a colpire diverse zone del corpo o localmente ma una zona piuttosto ampia, ad esempio il dolore che si protrae delle spalle fino alla schiena, a differenza dei dolori articolari che si manifestano in un punto preciso tra le giunture articolari che si trovano a metà tra due ossa.

I dolori muscolari più diffusi colpiscono la zona lombare, le spalle, le gambe e le braccia. Nella maggior parte dei casi appaiono come sintomi di un’influenza o dopo uno sforzo fisico eccessivo, in particolare per schiena e gambe.

I dolori articolari, invece, tendono a colpire principalmente le ginocchia, i gomiti, le anche e le caviglie. In presenza di condizioni croniche i sintomi peggiorano con l’arrivo dell’inverno a causa del freddo che penetra nei tessuti e irrigidisce le articolazioni, ma anche a causa dell’umidità che si stagna all’interno del corpo e si deposita nella zona articolare, accentuando i dolori e l’infiammazione, riducendo il movimento.

Alla base di entrambe le tipologie di dolore troviamo l’infiammazione del tessuto sottostante, che può essere provocata dall’eccessiva rigidità oppure da una patologia che colpisce un organo o un apparato circostante. In quest’ultimo caso è fondamentale trovare in modo tempestivo una diagnosi e impostare una terapia adatta.

 

Che cosa è la Tanatoprassi, in cosa consiste

La Tanatoprassi è una prassi “post mortem”. Il suo termine è una parola composta che deriva rispettivamente dalle due parole greche thanatos morte e praxis pratica. La tanatoprassi è, quindi, una pratica della morte ed è a tutti gli effetti un trattamento estetico di una salma prima della celebrazione del suo funerale e della sua conseguente cremazione o del suo seppellimento.

Esiste proprio una figura specializzata e professionale per compiere questo lavoro che è, appunto, il tanatoprattore. Questo solitamente lavora per le case funerarie e, di fatto, proprio le pompe funebri offrono questo servizio come servizio secondario. Non sarà difficile, nel caso, trovare onoranze funebri Roma che offrano questo trattamento per la salma di un proprio affetto. Tante volte, per risparmiare, sono gli stessi affetti del defunto a compiere tale lavoro cercando di migliorare le condizioni estetiche ed igieniche della salma ma, inutile precisare, che il risultato non è lo stesso, soprattutto per determinate azioni mirate che soltanto il tanatoprattore può compiere.

Le origini della pratica e come viene compiuta

La prassi della Tanatoprassi è usata molto negli Stati Uniti d’America ma, negli ultimi tempi, è arrivata anche in diversi Paesi di Europa. In Italia la polizia mortuaria ha indicato diverse regolamentazioni per l’imbalsamazione di una salma ma, per quanto concerne la tanatoprassi, non si è espressa in particolari termini e non ha imposto particolari restrizioni e né esiste una legislatura in materia. Sono tuttavia plurime le realtà italiane che rappresentano questa attività come, ad esempio, l’I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi) e l’A.I.T. (Associazione Italiana di Tanatoprassi).

Tale prassi è frequentemente usata in medicina legale perché, appunto, permette di studiare e osservare i cambiamenti di un corpo senza vita a vista d’occhio. Un corpo, già dopo poche ore dalla registrazione del decesso, inizia a perdere liquidi e ad emettere gas dall’odore spiacevole. Fino al momento in cui la salma viene celebrata in messa, quindi, possono passare diversi giorni e, di conseguenza, le condizioni igieniche possono aggravarsi. La tanatoprassi, di fatto, serve a tutelare e potenziare le condizioni igieniche della salma, evitando infezioni anche per coloro che vi sono vicini. Quando, invece, la priorità è quella di migliorare il livello estetico della salma, la tanatoprassi diventa tanatoestetica.

Nelle attività di tanatoprassi, solitamente, il professionista inetta nel sistema arterioso un fluido conservante e diverse cure estetiche che permettono di mantenere integro il corpo senza vita del defunto, data una prevista ritardazione di qualche settimana del processo di decomposizione. In questo modo la veglia funebre è meno traumatica e, soprattutto, più sicura per la salute dei partecipanti. Inoltre, grazie ai liquidi iniettati nella tanatoprassi, la salma anziché decomporsi in periodi lunghi che vanno dai 40 fino agli 80 anni, s’incenerisce in soli 10 anni. In questo modo, è anche velocizzato il tempo in bara e più velocemente i cari del defunto possono posare la sua cenere nelle urne. Un sistema che sicuramente potenzia la logistica dei cimiteri, liberando i posti più velocemente e che migliora anche lo stato igienico del luogo.

Acidità di stomaco: cause, sintomi e rimedi

L’acidità di stomaco è una condizione caratterizzata da un’iperproduzione di acido cloridrico che può provocare una corrosione della parete gastrica, con conseguente comparsa di ciò che viene comunemente definito “stomaco in fiamme” ovvero, quella fastidiosa sensazione di bruciore percepita nella parte posteriore dello sterno.

L’obiettivo finale di questo articolo è chiarire il concetto di acidità di stomaco spesso gestibile in automedicazione, analizzandone le cause, la varietà dei sintomi ed i rimedi possibili.

Cause dell’acidità di stomaco

Le cause dell’acidità di stomaco possono essere di varia natura, talvolta presenti contemporaneamente. La principale è da imputarsi ad un’alterazione dell’equilibrio tra la secrezione di sostanze chimiche, necessarie per la digestione di alimenti e la secrezione di muco che fungendo da barriera tra l’acido cloridrico e la mucosa dello stomaco svolge attività protettiva.

In molti casi la comparsa di tale disturbo è causata dallo stress, ansia, tensioni e preoccupazioni.
Vi sono, tuttavia, altre situazioni che possono essere causa di acidità di stomaco, quali:

  • Abitudini alimentari scorrette come pasti ricchi di grassi, speziati o difficili da digerire;

  • Terapie farmacologiche gastrolesive;

  • Infezioni da Helicobacter pylori, batterio perfettamente a suo agio tra gli acidi dello stomaco, responsabile dello sviluppo di ulcere e di un aumentato rischio di tumore allo stomaco.

Oltre allo stress, anche una gravidanza può essere causa di acidità di stomaco. Ciò è dovuto all’aumento della produzione di progesterone, ormone indispensabile per il rilassamento della muscolatura dell’utero e che si vede coinvolto anche nel rallentamento della digestione dei cibi e ristagno dei succhi gastrici nello stomaco.

Sintomi dell’acidità di stomaco

I sintomi dell’acidità di stomaco possono comparire in modo occasionale o frequente. L’acidità di stomaco è accompagnata solitamente da bruciore gastrico (pirosi) che può coinvolgere la bocca dello stomaco, la parte alta verso l’esofago, o tutte le pareti. In certi casi all’iperacidità si aggiunge anche il reflusso gastroesofageo in cui il materiale acido dello stomaco risale lungo l’esofago e può arrivare fino alla gola.

Alti sintomi dell’acidità gastrica che possono comparire sono:

  • Dolore durante la digestione;

  • Difficoltà di deglutizione;

  • Nausea e vomito;

  • Eruttazione acida

I sintomi dell’acidità possono intensificarsi dopo i pasti, soprattutto se abbondanti e nelle ore notturne, quando la posizione sdraiata può facilitare il rigurgito acido.

Rimedi dell’acidità di stomaco

I rimedi per l’acidità di stomaco possono coinvolgere sia alcuni consigli sull’alimentazione e sullo stile di vita sia una serie di rimedi naturali specifici.

In primis, vediamo quindi alcuni consigli sullo stile di vita e alcuni accorgimenti dietetici adeguati:

  • Diminuire lo stress e le situazioni di tensione, cercando di rilassare mente e corpo.

  • Cercare di dedicare le giuste ore al riposo notturno

  • Praticare attività fisica blanda e adatta alle proprie condizioni fisiche

  • Consumare alimenti facilmente digeribili come verdure cotte a vapore, cereali integrali, carni magre e pesce.

  • Evitare cibi irritanti o difficili da digerire come il peperoncino, il pepe, la cipolla o l’aglio Attenzione anche agli alimenti acidi come il pomodoro e gli agrumi

  • Mangiare lentamente e masticare correttamente il cibo

  • Evitare il consumo di alcolici, caffeina e bevande gassate

Infine, possono essere presi in considerazione anche alcuni rimedi naturali per l’acidità di stomaco, tra questi ci sono estratti vegetali, come il carciofo e il finocchio, vitamine del gruppo B, citrati, carbonati e bicarbonato.

I rimedi naturali possono trovarsi singolarmente o associati in prodotti e integratori alimentari. Alcune erbe e piante possono essere utilizzate anche per preparare tisane che calmano l’infiammazione a carico dello stomaco.

Tra le erbe e piante per l’acidità di stomaco si ricordano la camomilla, la liquirizia, lo zenzero e la malva. Se il disturbo dovesse persistere consultare un medico o un farmacista che saprà meglio indirizzare sull’approccio terapeutico corretto.

Lo slow food come fonte di benessere: la Puglia si propone

Mangiare sano e genuino grazie alle iniziative dello slow food

Per chi non lo sapesse, slow food è un’associazione internazionale no profit volta alla promozione del cibo di qualità, prodotto da chi lavora nel pieno rispetto dell’ambiente e che si impegna per valorizzare le tradizioni culinarie locali.

Non è un caso che proprio in Puglia siano così tante le comunità slow food. Parliamo infatti di una regione che ha da sempre dato molto importanza alla tradizione culinaria, e che va fiera dei prodotti locali.

Chi decide di venire in vacanza in Puglia, infatti, non può rimanere indifferente alla sua squisita tradizione culinaria.

Oltre al mare meraviglioso che bagna le sue coste, alle sue ricchezze artistiche ed architettoniche, ad attenderci ci saranno sagre di paese, corsi di cucina, esperienze eno-gastronomiche nelle masserie, etc. Negli ultimi anni grazie ad agenzie viaggi e tour operator locali come Sasinae Viaggi si possono prenotare i migliori alloggi per un soggiorno in Puglia ed apprezzare appieno le ricchezze di questa stupenda regione.

Slow food è organizzato principalmente in comunità e condotte. I membri sono un po’ gli ambassador dell’associazione, e promuovono una maggiore consapevolezza sull’importanza di preservare i prodotti genuini locali.

Mentre i membri di una comunità non devono versare una quota annua, quelli di una condotta sono devi veri e propri soci, e contribuiscono anche economicamente al raggiungimento degli obiettivi locali.

Il fatto che ci siano così tante comunità attive in Puglia testimonia quanto amore ed orgoglio ci sia da parte dei locali nei confronti dei prodotti autoctoni.

Alcune delle comunità presenti in Puglia

Spesso si tratta di prodotti non molto conosciuti al di fuori della realtà locale. Pensiamo ad esempio al pomodorino fiaschetto di Torre Guaceto, una varietà succosa, dolce, che da sempre fa parte dei piatti prelibati della cucina locale, e che rischiava di scomparire se non fosse stato per l’aiuto offerto dalla comunità locale slow food.

La comunità slow food del cibo di Torre Guaceto comprende allevatori, caseificatori, pescatori, contadini, tutti attivi all’interno di quest’area protetta, che sfruttano a proprio vantaggio le sue caratteristiche senza avere un impatto aggressivo sull’ambiente.

O che dire della comunità per la conservazione della filiera del suino nero a Martina Franca? Il suino nero è una razza autoctona di taglia medio-piccola dotata di lunghe setole nere che vanno a formare una sorta di criniera. La carne di questi suini è particolarmente pregiata, conferendo ai salumi e soprattutto al celebre capocollo di Martina Franca un gusto unico.

Da non dimenticare è inoltre l’importanza della cucina a base di pesce sulle tavole dei pugliesi. E’ in quest’ottica che nasce l’associazione slow food terra e mare a Molfetta e Bisceglie.

In un mondo che spesso sacrifica la qualità del cibo a discapito della quantità, le iniziative di slow food rappresentano una bella realtà, per sperare in un mondo più equo, rispettoso dell’ambiente e delle tradizioni.

Yoga in riva al mare: a Torre dell’Orso un bel progetto di benessere naturale

Lo Yoga sulle spiagge: una nuova tendenza per gli amanti del benessere

In vacanza in Salento non solamente per crogiolarsi sulle sue meravigliose spiagge o per visitare i suoi spettacolari borghi, ma anche per ritrovare il benessere psico-fisico.

È questo lo scopo delle iniziative dei ritiri Yoga che si tengono ormai un po’ dappertutto, di solito all’aperto ed in cornici naturali spettacolari.

Il ritiro Yoga Ananda “Sotto una luna nuova”, ad esempio, è un progetto di vacanza volto ad acquistare una maggiore consapevolezza di sé, ad allentare le tensioni generate dalla vita frenetica che conduciamo ed a ritrovare un equilibrio spesso messo a repentaglio dai problemi con cui siamo costretti a confrontarci quotidianamente.

Il tutto viene svolto nella bellissima cornice della Masseria Limbitello, una struttura ricca di fascino, immersa nella campagna nei pressi di Torre dell’Orso.

Altre scuole di Yoga presenti nella zona di Torre dell’Orso organizzano lezioni direttamente in riva al mare.

I benefici dello Yoga in riva al mare

Negli ultimi tempi gli esperti sono tutti concordi nel riconoscere i benefici apportati dalla meditazione, dallo Yoga e dagli esercizi di respirazione.

Nato secoli fa nella lontana india, lo Yoga è una disciplina che cerca di trovare l’equilibrio tra corpo e spirito. Con il tempo questa pratica ha preso sempre più piede anche in occidente, che però l’ha isolata dalla sua componente “mistica”, concentrandosi sui benefici reali apportati alla mente ed al corpo.

Gli esercizi di respirazione e meditazione permettono infatti di abbassare la pressione sanguigna, di massaggiare delicatamente gli organi interni, di rilassare l’intera muscolatura e di scaricarsi dalle tensioni psichiche che ci attanagliano. Contribuisce inoltre a favorire la concentrazione e ad aumentare la consapevolezza del proprio corpo e delle proprie possibilità.

Questi esercizi possono essere eseguiti praticamente dappertutto, anche a casa propria, spesso mediante delle app. D’altra parte, per sfruttare appieno il potenziale di questa pratica, è suggerito esercitarsi in mezzo alla natura: in campagna, in riva al mare, tra i boschi.

Lo Yoga in riva al mare a Torre dell’Orso ci sembra un connubio perfetto per chi vuole godersi la bellezza magica di questo posto incantevole e ritrovare la pace e la tranquillità perdute. Gli esercizi di respirazione possono essere scanditi al ritmo naturale delle onde del mare. I nostri polmoni si riempiono di aria pulita e frizzantina. Gli occhi percepiscono la pace trasmessa dal continuo riverbero delle onde sulla battigia. Davvero non c’è posto più indicato!

Sono davvero tanti i turisti che anno dopo anno si affidano a realtà locali e agenzie come Un Metro da Mare che forniscono soluzioni d’affitto come una casa vacanze a torre dell’orso. Questa è infatti una delle più belle spiagge d’Italia, tra le più fotografate della costa del Salento.

L’acqua cristallina e dal colore turchese chiaro bagna una sabbia bianca e finissima. Sullo scorcio, le “due sorelle”, due faraglioni di falesia uno di fronte all’altro che impreziosiscono il paesaggio.

Si trova inoltre non lontano da Otranto e Lecce, due delle città più rappresentative del Salento, rinomate per i loro centri storici dove potremo trascorrere piacevolmente qualche ora prima di cenare in un buon ristorante.

Storia dei trappeti: da frantoi ipogei a luoghi del turismo

Il Salento è una delle mete turistiche più ambite dai turisti. Chi ha imparato ad amare questa terra, ne riconosce il grande valore storico e culturale, oltre a quello paesaggistico. Basti pensare a città come Ostuni, Gallipoli, Lecce, Otranto, che offrono la combinazione perfetta tra mare da favola e siti di interesse culturale. Prima “tappa” di un viaggio in Puglia è la scelta di un punto di appoggio per poter visitare le varie città e spiagge.

A tal proposito sempre più turisti si affidano a tour operator e agenzie radicate sul territorio, realtà in grado di offrire ampi cataloghi con diverse soluzioni d’affitto; se ad esempio stai cercando un alloggio in Valle d’Itria puoi valutare una tra le tante Case vacanze a Ostuni di Sud Sud Vacanze, tra gli immobili più richiesti da chi vuole trascorrere un soggiorno in questa terra.

Se da una parte il mare continua ad essere il protagonista principale delle vacanze salentine, negli ultimi tempi prendono sempre più piede altre forme di turismo atte a scoprire il volto più intimo di questa terra ricca di storia e tradizione.

Ora, passeggiando per le campagne salentine possiamo renderci conto della elevata concentrazione di alberi di olivo centenari. Purtroppo, per via delle Xylella, molti di questi maestosi alberi sono seccati completamente. Ma la loro presenza testimonia il ruolo cardine che ha avuto nel corso del tempo la produzione di olio in Salento.

In questo articolo parleremo in particolare dei frantoi ipogei e del loro ruolo nell’economia del posto e di come questi siano diventati tra i più affascinanti luoghi del turismo nel territorio.

Cosa sono i frantoi ipogei?

I frantoi ipogei sono delle camere scavate nel sottosuolo, nella nuda roccia. In esse venivano allestiti dei frantoi per la produzione dell’olio.

Iniziano ad affacciarsi sul territorio salentino intorno al IX secolo, dopo che la popolazione viene in contatto con la cultura bizantina.

Molte di queste camere sotterranee erano già esistenti, e venivano utilizzate per la conservazione del grano. Successivamente, a causa della grande richiesta di olio lampante in tutta Europa, si è deciso di destinare questi granai o alcune cripte già esistenti in frantoi sotterranei.

Lavorare in un trappeto era un mestiere piuttosto ambito. Le paghe erano infatti tra le più alte a cui un operaio potesse aspirare.

Il punto è che le condizioni di lavoro erano praticamente disumane. Gli uomini vivevano e lavoravano insieme alle bestie, in un ambiente povero di ossigeno e scarsamente illuminato. Non era rara l’insorgenza di malattie, anche mortali.

La posizione sottoterra consentiva di mantenere una temperatura costante, attorno ai 17 gradi, evitando così che le olive fermentassero prima del dovuto. Inoltre, offriva un riparo da occhi indiscreti che potevano essere interessati a fare razzia del prezioso liquido.

Inizialmente, tutto l’olio prodotto veniva destinato per ricaricare le lampade ad olio. Gallipoli diventò ben presto tra i principali fornitori di olio per le grandi capitali europee dell’epoca. L’olio, che veniva anche quotato in borsa, diventò uno degli ingredienti principali della cucina pugliese solamente in un periodo successivo.

I trappeti oggi

Oggi è possibile visitare molti di questi antichi frantoi accompagnati da una guida esperta che ci svelerà gli affascinanti segreti che si celano dietro questi luoghi che sono dei veri e propri testimoni della quotidianità di una volta.

Tra i frantoi ipogei meglio conservati troviamo quello di Gallipoli, risalente al 1600 e situato nel sottosuolo del palazzo Granafei, e quello di Vernole, il frantoio Caiaffa, con un affascinante architettura interna e che conserva in perfette condizioni gli imponenti attrezzi del mestiere.

Punta della Suina nominata tra le spiagge più belle d’Italia

Un angolo di paradiso chiamato Punta della Suina

Quando parliamo di Salento, la prima cosa che ci viene in mente sono le sue spiagge caraibiche che non hanno davvero nulla da invidiare ad altre località conosciute a livello mondiale.

Un riconoscimento della straordinaria bellezza di una spiaggia del Salento che ha acquistato nel tempo sempre maggiore peculiarità è andato a Punta della Suina.

Il celebre giornale The Guardian ha infatti stilato una lista con le 40 spiagge più belle d’Europa.

Non si tratta di una classifica, ma appunto di una lista che enumera quelle che a detta dei travel writers del giornale sono le migliori tappe per gli amanti del bel mare. Questi hanno dovuto esprimere un parere tra migliaia di opzioni diverse, tra località sparse in tutta Europa, tra cui in Spagna, in Irlanda, in Francia ed in Portogallo.

Ma cosa ha colpito di più questi particolari giurati della spiaggia di Punta della Suina?

Cosa la rende unica?

La sabbia bianca e soffice, una scogliera che si insinua nell’acqua per formare una penisola in mezzo al mare dove le persone sono solite prendere il sole. Questa dà origine ad una piccola baia con l’acqua che offre dei risvolti cromatici estremamente accattivanti.

Lo scenario offerto dalla vegetazione che cresce a ridosso della spiaggia contribuisce ad accrescerne il fascino. Ricordiamo infatti che essa si trova in una riserva naturale, una porzione di macchia mediterranea che cresce lungo il mare conosciuta come Punta Pizzo.

Parliamo di un posto unico nel suo genere, dalla conformazione diversa rispetto a qualsiasi altra spiaggia. È apprezzato anche il fatto che fino a questo momento non sia stato preso d’assalto da infrastrutture ricettive che ne deturperebbero le peculiarità. Sulla spiaggia sono presenti solamente due bar.

Dove si trova

Punta della Suina si trova in una zona particolarmente apprezzata del Salento. Basti pensare che è a circa 10 km a Sud di Gallipoli, la vera regina dello Jonio. Gallipoli, con la parte vecchia della città che affiora dal mare, è una bellissima città, da visitare durante tutto l’anno, per ammirare le sue antiche e gloriose architetture barocche o per passeggiare tranquillamente tra le sue vie piene di negozi di souvenirs.

Per dare inizio alle proprie vacanze, molti turisti, si affidano ormai a tour operator della zona come per la ricerca della soluzione più adatta alle proprie esigenze. Grazie a cataloghi molto ampi è possibile scegliere tra diversi immobili sparsi tra tante località, come le case vacanze a Gallipoli di Lupaie Vacanze.

Su questa piattaforma si possono infatti trovare facilmente alloggi adatti praticamente a chiunque: case vacanza, villette sul mare, abitazioni tipiche, residence, etc.

Non lontana da Punta della Suina troviamo un’altra delle spiagge più conosciute del Salento, quella di Marina di Pescoluse. Se viene definita le Maldive del Salento ci sarà anche un motivo.

Il Guardian ha premiato anche altre spiagge Italiane, com’era giusto che fosse. In totale, le località italiane riconosciute tra le più belle zone di mare d’Europa sono state 5. Oltre a Punta della Suina appaiono quella di San Michele nelle Marche, di Sa Colonia in Sardegna, Calamosche in Sicilia e di Sperlonga nel Lazio.

Sonno, sogni e alimentazione: quale rapporto?

Sebbene gli scienziati non siano ancora sicuri della relazione tra i sogni e il mangiare prima di coricarsi, è chiaro che mangiare prima di coricarsi può causare problemi di sonno. Dovresti in particolare evitare pasti pesanti, cibi piccanti e tutto ciò che può creare indigestione, iniziando circa due o tre ore prima di andare a dormire.

Mentre dormi, il tuo cervello continua ad essere attivo. I tuoi cicli del sonno hanno un totale di cinque fasi: da 1 a 4 e il sonno REM. Il tuo cervello può produrre alcune immagini visive nella fase 1, ma essere in REM (movimento rapido degli occhi) è il momento del sonno in cui si verificano la maggior parte dei sogni. Fa effetto pensare che gran parte delle credenze popolari e della letteratura prodotta nei secoli (le citazioni sui sogni costituiscono una parte importante del mondo delle frasi celebri) sia legata a questa fase, vero?

Continuando con gli altri stadi, secondo il National Institute of Neurological Disorders and Stroke, gli stadi da 2 a 4 sono più profondi, con onde cerebrali più lente. Il sonno è influenzato dai segnali dei neurotrasmettitori nel cervello, quindi tutto ciò che influisce sulla chimica del cervello, inclusi cibo, farmaci e sostanze che creano dipendenza come la nicotina, può influenzare il sonno REM, che a sua volta influenza il sogno.

Sonno e cibo: quale relazione

Mangiare prima di coricarsi può aumentare il metabolismo e aumentare l’attività notturna del cervello, portando a sogni e incubi. Alcune sostanze come l’alcol e la nicotina provocano un sonno più leggero e impediscono il sonno REM, che diminuisce il sogno. Tuttavia, alcuni alimenti possono aumentare il sonno REM che accresce il sogno.

Sfortunatamente, la causa esatta dei sogni durante il sonno REM è sconosciuta. Ha origine nei segnali nella corteccia cerebrale, un’area del cervello che si occupa dell’apprendimento e dell’organizzazione delle informazioni. Alcuni eminenti scienziati credono che sia il tentativo del tuo cervello di interpretare questi segnali casuali.

Di recente, uno studio condotto dall’Università della Tasmania in Australia ha scoperto che la vecchia storia secondo cui i cibi piccanti fanno sognare è probabilmente falsa, e che è vero il contrario. Secondo il New York Times, in questo studio, un gruppo di uomini ha mangiato cibi piccanti appena prima di andare a letto alcune sere e cibo insipido in altre sere.

Dopo che hanno mangiato degli alimenti piccanti, i soggetti in questo caso hanno impiegato un maggiore tempo ad addormentarsi e allo stesso tempo sono rimasti molto di più nel sonno profondo. Quindi, mentre i cibi piccanti possono interrompere il tuo sonno, probabilmente non ti causeranno degli incubi.

Mangiare prima di coricarsi inoltre può aumentare il bruciore di stomaco, una condizione in cui l’acido dello stomaco fuoriesce dallo stomaco nell’esofago. Questo può portare a sensazioni di bruciore e dolore al petto, interrompendo il sonno.

Secondo il National Digestive Diseases Information Clearinghouse, mangiare prima di dormire può anche peggiorare la sindrome del vomito ciclico, in cui gli individui sperimentano episodi di nausea e vomito.

5 consigli per dormire bene la notte

Vediamo di seguito alcuni consigli per riuscire a dormire bene la notte:

  • Organizza la tua stanza: mantienila sempre a una temperatura stabile e piacevole. Mantieni la stanza ariosa durante il giorno e buia di notte.
  • Stabilire orari: proporre un ritmo del sonno, dormire e svegliarsi, rispettando il proprio ritmo biologico. Cerca di andare a letto alla stessa ora tutte le sere, in modo che il tuo corpo possa adattarsi meglio a questa routine.
  • Mangiare pasti leggeri: non mangiare cibi e pasti molto pesanti durante la notte. Frutta e panini leggeri vanno benissimo, perché, oltre a essere salutari, non lasceranno lo stomaco sovraccarico a riposo.
  • Avere pensieri positivi: evita di pensare a tutto ciò che è andato storto durante il giorno, ma concentrati su pensieri piacevoli per un sonno tranquillo e di qualità.
  • Leggi un libro: le buone storie possono aiutare a migliorare i pensieri, soprattutto l’immaginazione. Cerchiamo qualcosa per rilassare la mente prima di andare a letto.

Il boom della telemedicina durante la pandemia: i numeri

Il Covid ha cambiato palesemente le nostre abitudini quotidiane e il nostro stile di vita, rendendo difficoltose anche quelle che erano semplici operazioni volte a soddisfare le necessità, come quelle relative alla salute. La continua comparsa di varianti del virus ha contemplato di continuo nuove misure restrittive e dall’oggi al domani è diventato complicato anche solo recarsi dal proprio medico curante. Già nella prima metà del 2020 si era registrato un dato di 50.000 telefonate giornaliere ai numeri verdi istituiti per un aiuto di tipo psicologico. Con lo sviluppo improvviso del Coronavirus, l’utilizzo delle piattaforme digitali sanitarie è diventato praticamente d’obbligo: se prima solo poco più del 10% dei pazienti ne faceva uso, oggi è il 30% della popolazione ad avvalersene.

Gli stessi specialisti si stanno adeguando ai consulti a distanza e, come ha indicato di recente il Politecnico di Milano, ad oggi 6 medici su 10 si sarebbero detti favorevoli al telemonitoraggio. Le televisite hanno subito un incremento di oltre il 100% in questi due anni. In Italia molti pazienti hanno dichiarato di ritenersi più consapevoli in merito alle proprie patologie da quando si affidano alle applicazioni digitali per la salute, che spaziano da quelle incentrate sullo stile di vita a quelle che fungono da promemoria per assumere i medicinali, ma non mancano software utili per inquadrare anche i parametri clinici.

Depressione e problemi psicologici dovuti all’isolamento

Il distanziamento sociale e le misure di contenimento hanno inciso soprattutto sulla condizione psicofisica di chi soffriva già di ansia o insicurezza. Dal 2020 ad oggi si sono verificati dunque numerosi casi di depressione in tutto il mondo. Anche se più raramente, alcune reminiscenze hanno generato in qualche soggetto uno stato depressivo originale, nonostante non ci fosse mai stato uno storico di episodi passati. Il dato relativo al disturbo di ansia e depressione è cresciuto rapidamente del 25% a livello globale, interessando in particolare le donne.

A marzo del 2020, quando scoppiò di fatto la pandemia, la paura per il Coronavirus era del 65% tra gli italiani e verso il mese di aprile era già all’80%. I timori erano legati anche ad una recessione economica e nei quadri più critici c’era chi viveva la situazione come se immerso in un conflitto bellico, col dubbio che avrebbe dovuto vivere di stenti per anni. La Società Psicoanalitica Italiana decise così di attivare un servizio di ascolto e consulenza a distanza, sulla falsariga di quanto accaduto anche in Cina, dove 150 psicoterapeuti si collegavano ogni giorno con le strutture ospedaliere quando la curva del contagio era seriamente preoccupante. Oggi, in Italia trovare uno psicologo online per una consulenza su skype o zoom è diventato più immediato. Insonnia, disturbi alimentari, irritabilità e claustrofobia si sono rivelati i primi sintomi di uno stato depressivo, nell’impossibilità di distrarsi e di rivolgere il proprio pensiero al di là della situazione pandemica. Nei soggetti più deboli si sono verificate così anche banali crisi di coppia. Lo scenario si è allargato in maniera talmente evidente che di recente è stato istituito anche il bonus psicologo. Ad ogni buon conto, quando il Covid era ancora sconosciuto la telemedicina rappresentava già un settore importante in ambito sanitario e durante l’emergenza ha avuto modo di potenziare ulteriormente i propri sistemi, con la promessa che anche una volta che la pandemia sarà totalmente scongiurata sarà possibile usufruire dei servizi sanitari impellenti a distanza.

Logorrea cos’è?

Cos’è la logorrea? La logorrea è quando si parla in eccesso. Il soggetto affetto da questa patologia parla senza fermarsi, esprime rapidamente le sue parole con una verbosità che non ha freni.

Logorrea cos’è? È una patologia?

La logorrea prevede un grado di produzione delle parole eccessivo. Questo potrebbe essere considerato alla stregua di un disturbo anche se ancora oggi non vede una chiara definizione.

Secondo una ricerca che ha visto convolti 60 soggetti tra i 20 e gli 80 anni, quantificando cinque discorsi nei pazienti logorroici è stato verificato come fossero tutti dotati di un alto livello d’istruzione e affetti da una degenerazione frontotemporale. Questa patologia dunque potrebbe portare a manifestare stati di eccessivo eccitamento, umore molto esuberante e iperattività. Quindi da un punto di vista patologico la logorrea può associarsi a disturbi di tipo neurologico o psichiatrico.

La logorrea può essere accompagnata anche da un’accelerazione del proprio pensiero. Il soggetto dunque pronuncia delle frasi che sono organizzate su lunghi periodi che in alcune occasioni sono sconnessi e incoerenti. In quanto, il soggetto logorroico viene distratto anche molto spesso dalle sollecitazioni esterne, e quindi possono sovvenire persino discorsi deliranti.

Le principali cause della logorrea

La logorrea in genere è un segno della mania o della crisi maniacale, questa può essere associata alla psicosi di tipo maniaco-depressiva o al disturbo bipolare. Le principali cause della logorrea si possono riscontrare anche in alcune forme della schizofrenia e della ciclotimia.

La logorrea si associa anche ad altre cause come ad esempio l’afasia di Wernicke, una patologia che colpisce l’apparato neurologico che si traduce anche in una perdita del senso delle parole e della comprensione del linguaggio. Il paziente che soffre di questa patologia di solito storpia le frasi oppure ne confonde il loro utilizzo. Questa patologia potrebbe derivare anche da delle lesioni celebrali localizzate, come in caso di tumori, processi degenerativi e infettivi, ischemie o emorragie celebrali.

La logorrea può essere causata anche da altre patologie(puoi approfondire su https://medicinasiena.it/ ). Ad esempio, si nota spesso in coloro che hanno fatto uso di sostanze che stimolano la psiche oppure in caso di stato d’ebrezza. Essa in genere, può essere causata anche da disturbi neurologici e psichiatrici come succede nei disturbi d’ansia, nelle demenze, nella depressione e nel disturbo schizo affettivo.

La logorrea infine, può essere dovuta all’eccessivo impiego di sostanze stupefacenti e di alcol.

Come combattere la logorrea

Come combattere la logorrea? Non è affatto semplice aiutare le persone che sono affette da questa “patologia”. Infatti, spesso anche se si cerca di fermare il monologo in cui è impegnato il logorroico non si riesce a bloccare il flusso di parole. Alcuni studi suggeriscono di usare la psicologia, quindi lasciare sola la persona logorroica nel momento in cui parla in eccesso. In questo modo, si può rendere conto che non c’è più nessuno disposto ad ascoltare i suoi discorsi. Questa però non è una strategia che si può adottare sempre. Se l’essere logorroici è un problema serio la cosa migliore è affidarsi ad uno psicologo oppure a uno specialista.